Avrai sentito parlare di macrofotografia e se sei alla ricerca di informazioni utili per conoscere meglio questo tipo di elaborata nicchia di fotografia, sei arrivato nel posto giusto. Si tratta di un particolare mondo fotografico che si occupa delle immagini scattate a soggetti o oggetti con particolari dimensioni ridotte, ponendole in condizione tale da riuscire a riempire il fotogramma. Ma come si realizza? Cosa è importante sapere e avere per riuscire a metterla in pratica?
Sarà fondamentale partire da ottiche in grado di fornire un rapporto di riproduzione che sia sufficientemente elevato, altrimenti dovrai riuscire a creare una distanza con il soggetto tale da essere 20 volte inferiore rispetto alla lunghezza focale dell’ottica utilizzata. Per semplificare le cose chiamiamo in causa le nostre amatissime regole fotografiche, con la normativa DIN 19040 che individua tre sottogruppi:
- Close-up: scala da 1:10 a 1:1 di close-up;
- Macrofotografia: scala da 1:1 a 10:1;
- Macrofotografia spinta: dalla scala 10:1 a 1000:1.
Come capirai tutto varia a seconda della scala, che non è altro che il rapporto fra la dimensione del soggetto rappresentato sul sensore e la sua dimensione reale. Se si va altro i rapporti citati sopra allora si parlerà solo di microfotografia.
Ma vediamo insieme le indicazioni legate alle ottiche usate per poter realizzare le scale citate sopra:
- Close-up: si usano gli obiettivi “macro” o quelli normali purché abbiano una lunghezza focale che sia quasi uguale alla diagonale del fotogramma (il 50 mm), con lenti addizionali;
- Macrofotografia: usa gli obiettivi macro, obiettivi grandangolari, normali o tele che siano però montati su soffietto o tubi;
- Macrofotografia spinta: richiede obiettivi normali grandangolari, montati in posizione capovolta su soffietto, oppure obiettivi macro o quelli definiti speciali che si trovano montati su soffietto o tubi.
L’obiettivo Macro è fondamentale per questo tipo di fotografia, perché viene realizzato e pensato al fine di poter ottenere sempre massima nitidezza alla minima distanza dal soggetto. Tali accessori fotografici vengono realizzati secondo una produzione simile a quella dei microscopi. Nel concreto possiamo dire che anche in questo caso sarà il sensore a influenzare o meno la profondità di campo che cambia sensibilmente se il sensore sarà più piccolo; discorso analogo per il rapporto di ingrandimento. Un buono obiettivo macro dovrà avere una serie di caratteristiche: per prima cosa deve permetterti di arrivare a un rapporto di 1:1, mantenere alto il controllo sulla distorsione e soprattutto sulla qualità dei bordi.
E’ inutile negare che l’attrezzatura, per questo tipo di fotografia, la giochi da padrona: è fondamentale avere sempre un approccio fondamentale e ragionare sempre e solo al fine di ottenere il miglior risultato possibile. Oltre all’obiettivo dovrai procurarti anche un cavalletto, da scegliere in base al peso complessivo della fotocamera e dell’obiettivo montato. Ultimo, ma non meno importante, è il flash macro: è dotato di aggancio per essere facilmente montato sulla ghiera dell’obbiettivo. In merito alle lenti ricorda che le tre lunghezze focali più diffuse sono: 55-60 mm., 100-105 mm. e 180 mm.
Con la Macrofotografia, trovandoci a lavorare sicuramente in condizioni spesso critiche, è importante puntare sempre su componenti utili a svolgere al meglio il lavoro. Con una focale più lunga sfrutti l’esigenza di non chiudere troppo il diaframma, non avere tempi troppo lenti ed evitare la diffrazione.