Che cosa si intende quando si parla di ISO? Ma soprattutto perché è tanto importante in fotografia? Questo articolo si concentra proprio su questo, al fine di capire il funzionamento e il significato del termine ISO, che sta a indicare la sensibilità di un sensore digitale o di una pellicola. Il suo compito è quello di operare sulla velocità della pellicola, per stabilire il tempo durante il quale una pellicola fotosensibile viene impressa dalla luce. Vediamo subito di addentrarci in questo mondo per capire come poter sfruttare al meglio le sue funzioni al fine di realizzare foto altamente professionali.
E’ bene spiegare che l’ISO è l’acronimo di International Organization for Standardization e si misura con il parametro ISO 2240:2003, previsto per le pellicole tradizionali, mentre per i sensori digitali si misura con ISO 12232:2006. L’ISO è quindi una delle variabili delle equazioni dell’esposizione, esattamente come avviene nel caso del tempo di esposizione, dell’apertura del diaframma e della luce; non potrai mai impostare questo parametro secondo il tuo piacimento, poiché è la pellicola a segnare il valore supportato. Nelle fotocamere più recenti questo valore è rilevato in modo automatico, mentre in altri casi deve essere impostato grazie al selettore graduato. Se prendiamo invece in esame le macchine fotografiche digitali invece l’ISO è una variabile molto più personalizzabile, permettendo a ogni fotografo di stabilire i parametri che più lo soddisfano, scelta impensabile con i dispositivi tradizionali.
E’ bene citare quelli che sono i valori di ISO più comuni: il 25/15º, 50/18º, 100/21º, 200/24º, 400/27º, 800/30º, 1600/33º, e 3200/36º, mentre i fotografi professionisti e spesso gli amatori, tendono a preferire pellicole fra i 100/21º e gli 800/30º.
Massimizzando la sensibilità si potrà aumentare la nitidezza degli scatti, anche in condizioni di scarsa luce naturale, ma al tempo stesso si andrebbe a rovinare la qualità dell’immagine finale: i sensori digitali infatti permettono di aumentare la sensibilità ma devi sempre prestare attenzione al rischio peggioramento dello scatto, poiché in questo caso intervengono i cosiddetti disturbi elettronici che vengono registrati in fase di produzione. Come si evita questo disturbo? Supponiamo di dover scattare una foto di un soggetto in movimento in condizioni di scarsa luminosità: in questo caso la tecnologia non può assicurare soluzioni vincenti, ma mai come in questo caso dovrai lasciarti guidare dal tuo istinto e, qualora fosse necessario, tentare l’uso dalla tecnica del bracketing. Permette di riprendere più immagini dello stesso soggetto scegliendo impostazioni diverse a livello di esposizione, superiore o inferiore rispetto all’originale. E’ quindi la scelta più idonea nelle condizioni in cui risulta impossibile ottenere uno scatto soddisfacente.
Se invece hai già maggiore esperienza puoi tentare la strada dell’impostazione di un valore ISO basso, per esempio 400 o 800 se la luce è poca: a quel punto passando alla valutazione dell’esposimetro sarà la fotocamera a suggerirci le impostazioni di apertura del diaframma e il tempo di esposizione bilanciato per l’ISO scelto. E’ quindi palese che questo parametro è direttamente collegato a tutti gli altri valori base della fotocamera e per riuscire a conoscerlo non dovrai fare altro che iniziare a fare diverse prove e giocare con la tua creatività, tenendo presente che fino a ISO1600, il rumore di fondo non sarà percettibile.